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La sfida: Dividend Growth o High Yield?

Vi sono diverse scuole di pensiero che si espongono al problema della costruzione di portafoglio, in particolare sulla minor o maggiore convenienza su quali attività paganti dividendi sull’equity scegliere. Tra le maggiori fonti di discussione, un dibattito topico di questo tipo è nato in merito alla diatriba tra investitori più propensi a focalizzarsi sul Total Return e coloro che prediligono invece una scelta fatta in base al Dividend Yield.

Con una piazza che dispone, allo stato attuale di oltre 70 differenti tipologie di Exchange Traded Funds per un investimento ‘dividend equity’, la scelta del mix corretto muove dalla compenetrazione di due strategie: quella Dividend Growth, rivolta all’incremento del valore dei dividendi nel tempo, e quella High Dividend, volta invece ad osservare gli stacchi cedolari più corposi all’oggi. Quale preferire e in che misura?

High Dividend Yield

Sono classificate sotto tale denominazione le strategie volte a selezionare gli ETF (http://www.trend-online.com/etf-dividendi.html) in base alla mole del proprio dividendo, propendendo tipicamente verso settori specifici che, a parità di condizioni, tendono ad avere livelli di dividendo medio superiori; tra questi, i migliori sono risultati il settore delle utilities, dei beni di prima necessità e del campo dell’health care.

Il grave problema di tale tipo di selezione deriva però dalla condizione di un mercato, quello degli ETF high Dividend Yield (http://www.borsaoggi.net/distribuzione-accumulazione-meglio-pochima-subito/), spesso tradato ad elevati livelli di valutazione o che produce ritorni finanziari basandosi su modelli di business ormai maturi.
Nonostante ciò, le attività contraddistinte da alti livelli di dividendo tendono a mostrare una minor volatilità lungo il tempo e sono dunque più adatti ad individui entrati nella seconda fase dl ciclo di vita, quella della sicurezza (e del minor rischio-rendimento).

Dividend Growth

Soprattutto di recente, molti ETF hanno concentrato la propria attenzione sull’includere al proprio interno società in fase di attestazione, i cui dividendi presentano buone potenzialità di crescita in un futuro. Tali tipologie di fondi, solitamente contraddistinti da piccole medie imprese, hanno come prerequisito l’incremento delle performance del sottostante, in particolare in riferimento alla voce dei payouts degli Shareholders. In tal senso, i dividendi offerti da tale tipo di strategia risultano ben inferiori rispetto all’offerta degli High Dividend Yields (nell’ordine di grandezza di un ritorno del 2,2% contro il più corposo 3,5% dei predetti): tale condizione offre tuttavia la possibilità di ‘cavalcare’ la crescita del dividendo nel tempo.

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Tale crescita è garantita inoltre dalla politica di reinvestimento che tipicamente contraddistingue la categoria di tali società, atte al reinvestimento dei propri utili. Il costo di una partecipazione su in queste realtà, inoltre, risulta inferiore rispetto a quello di società più affermate, motivo per il quale una crescita futura può assicurare ritorni finanziari ancora più considerevoli.

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